Salviamo il Cielo più Stellato d’Italia, l’unico rimasto, dall’Inquinamento Luminoso

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Rischia di sparire per sempre il cielo notturno più puro e stellato dell’Italia peninsulare, l’ultimo rimasto. Mi riferisco alla Maremma grossetana, precisamente al Comune di Manciano (siamo nel Centro Italia) dove, per via delle caratteristiche rurali del territorio, ad oggi ritroviamo una quasi totale assenza di inquinamento luminoso. Una vera e propria oasi delle stelle. Il che, lo ammetto, ha dell’incredibile.

 

Sì, perché l’Italia è il Paese del G20 che, in assoluto, produce più inquinamento luminoso, a parità con la Corea del Sud. Campioni del mondo in questa scelleratezza che, oltre a privarci della bellezza del cielo, ci costa ogni anno centinaia di milioni euro in bolletta come spreco energetico.

Come leggere la mappa dell’Inquinamento Luminoso: colori verde/azzurro/blu indicano cieli bui e molto bui (il nero significa cielo perfetto, incontaminato), giallo/rosso/magenta/bianco cieli molto o eccessivamente inquinati.

 

Nel nostro Paese è ormai impossibile per tutti ammirare, ad esempio, la Via Lattea.

Le nostre città, di notte, hanno livelli di luce artificiale che sono il triplo, che so, di Berlino. Le conseguenze, come acclarato da tempo, vanno oltre e riguardano anche la biodiversità e la salute dell’uomo.

 

Molti dei nostri bimbi il cielo non sanno nemmeno che cosa sia: esso è scomparso dalla loro esperienza. Non lo vedono, non lo ammirano, dunque non sogneranno mai di poterlo conoscere, studiare e, magari un giorno, navigare.

 

Escluse le quote alpine (di scarso interesse pratico, essendo inaccessibili ai più), nella porzione peninsulare del Paese è proprio la zona di Manciano ad offrire il cielo in assoluto più buio e stellato, dati alla mano. E lo fa a quote collinari, facilmente accessibili, accoglienti e strategicamente collocate nel mezzo del Belpaese. Dunque, alla portata di tutti.

Nella zona di cui sopra, infatti, precisamente nella località di Montauto è prevista l’installazione di un parco eolico imponente (otto pale di 200 metri), che con il suo indotto di luci comprometterebbe una risorsa così preziosa e purtroppo ormai rarissima.

 

Ben venga la realizzazione di impianti che convertano in energia la radiazione solare o la forza del vento, da me sempre sostenuti: essi ci aiuteranno a ridurre notevolmente i gas serra, ma credo che nel caso che qui ho descritto sia stato prodotto un assoluto paradosso, per via della scelta del luogo: non se ne poteva scegliere uno peggiore, dal punto di vista dell’impatto ambientale.

La petizione

Proprio per questo, oltre ad aver sottoposto tali criticità alle Autorità competenti, ho ritenuto importante avviare una petizione ad hoc sul tema (la trovate qui: https://www.change.org/p/salviamo-il-cielo-più-stellato-d-italia-l-unico-rimasto-dall-inquinamento-luminoso), che invero risponde alle richieste che ho ricevuto di predisporre uno strumento che permettesse a tutti di dire: io sto con l’ultimo cielo stellato rimasto. Un cielo speciale ed unico.

 

Così unico e speciale, il cielo di Manciano, che quasi dieci anni fa un agriturismo locale collocato nella frazione di Montauto (proprio dove vorrebbero mettere le pale eoliche), con grande lungimiranza dei proprietari, ha avuto l’idea di mettere a disposizione una parte della proprietà per installazioni astronomiche, controllabili da remoto. Una finalità concordata con il Comune di Manciano, che ha ben compreso il valore di una risorsa unica come un cielo così ricco di stelle, declinabile sia a favore della scienza e fotografia del cosmo che del turismo astronomico, così vivace in Europa, ancora pionieristico in Italia.

 

Quasi 30 cupole e box a tetto scorrevole

Una concentrazione di telescopi senza eguali in Italia, gestiti da appassionati e studiosi di tutto lo Stivale. Quegli strumenti contribuiscono sia alla ricerca scientifica che alla divulgazione in ambito astronomico, con osservazioni, misure ed immagini che migliorano la nostra conoscenza del Cosmo, vicino e lontano.

Un luogo, insomma, dove si può studiare e contemplare il cielo nella sua primitiva bellezza, vivendo l’indescrivibile esperienza di restare senza fiato al cospetto di migliaia di stelle, visibili ad occhio nudo.

 

Sottolineo con decisione la mia piena fiducia verso tecnologie e strutture capaci di fornire “energia pulita”. Nel caso qui presentato il risultato finale sarebbe peggiore del punto di partenza.

 

Si può, nel nome della tutela ambientale, distruggere un patrimonio naturale così prezioso, unico e irrecuperabile come quello maremmano?

Come è possibile che nel 2023 non si consideri la purezza del cielo notturno ovvero l’inquinamento luminoso come un parametro fondamentale per valutare l’impatto di un’opera così imponente?

È mai possibile che si sia trascurata l’esistenza di un importante centro astronomico nella zona, attivo da circa dieci anni?

L’opera proposta stravolgerebbe pesantemente l’ambiente rurale ove verrebbe installata, generando inoltre una notevole contaminazione luminosa. Già, diciamocelo: questi impianti portano con sé una notevole quantità di luce artificiale, in parte necessaria per segnalare la presenza di pale così grandi, in parte utilizzata per illuminare le infrastrutture dell’impianto. Per non dire del cantiere in fase di realizzazione.

 

La Maremma è un esempio vivente di natura conservata, capace di ispirare comportamenti virtuosi in altre realtà: come si può minare questo suo significato superiore?

 

In tempi in cui l’International Astronomical Union si adopera con energia per tutelare il patrimonio del cielo notturno per via del suo incalcolabile valore culturale, in Italia ci accingiamo a distruggerlo per sempre, definitivamente.

 

Concludo ricordando la Dichiarazione Universale dei Diritti delle Generazioni Future dell’UNESCO del 1991, dove si afferma:

 

“Le persone delle generazioni future hanno il diritto a una Terra indenne e non contaminata, includendo il diritto a un cielo puro”.

 

Quello è, credo, il più bel paradigma di transizione ecologica.

 

Cari amici, voglio dirlo con chiarezza: queste mie considerazioni non sono il tentativo di sciorinare uno slogan ad affetto, confidando in quelle corde emotive innate che ci fanno sempre sospirare all’idea o alla vista del paesaggio stellato: al contrario, esse rappresentano un’esortazione autentica, motivata purtroppo da un grave e reale pericolo.

 

Grazie per aver letto fin qui.

 

Gianluca Masi

 

 

  • tutti i dettagli del progetto

https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/9435/13849?pagina=1

 

  • firma anche tu la petizione per la protezione del cielo più buio d’Italia

https://www.change.org/p/salviamo-il-cielo-più-stellato-d-italia-l-unico-rimasto-dall-inquinamento-luminoso

Scritto da

Denise Trupia

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